Intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio, che fa parte delle intolleranze enzimatiche, è una sindrome che si verifica in chi non è in grado di metabolizzare questo zucchero. È causata dalla mancanza dell’enzima lattasi, deputato alla scissione del lattosio in glucosio e galattosio, sostanze semplici, che possono essere digerite dall’intestino.

In chi è intollerante, quando vengono assunte sostanze contenenti lattosio, questo viene fatto fermentare dalla flora batterica, dando origine a problemi gastrointestinali di vario genere. È un disturbo talmente diffuso che non viene considerato una patologia, colpisce in egual misura ambedue i sessi, con maggiore incidenza a partire dai 6 anni di età.

Cause

La causa, come detto, è la mancanza dell’enzima lattasi. Questa carenza solitamente si manifesta da bambini, e può sia permanere per tutta la vita, sia scomparire progressivamente. Più rari sono i casi in cui si nasce senza l’enzima.

È anche possibile avere periodi temporanei di intolleranza, a causa di patologie virali che modificano la flora batterica, tuttavia, in tali casi, il disturbo permane soltanto per pochi giorni.

Diagnosi

Il metodo migliore per capire se si è intolleranti al lattosio è sottoporsi al Breath Test al lattosio, un esame specifico, molto attendibile, che si effettua in laboratorio. Quando nell’organismo è presente l’enzima lattasi, il lattosio, una volta scisso in glucosio e galattosio, viene assorbito dalla mucosa intestinale senza che vi sia rilascio di idrogeno. Viceversa, quando questo zucchero non viene scisso, e non può essere digerito correttamente, fermenta, dando luogo a un’elevata produzione di questo gas.

Il test consiste nel misurare i livelli di idrogeno, prima e dopo l’assunzione di lattosio, per verificare se sia effettivamente presente quando si espira, e se ciò accade si può diagnosticare l’intolleranza. Prima di fare il test è necessario stare a digiuno per 8 ore e non aver assunto antibiotici, fermenti lattici ed altri farmaci nella settimana precedente. La sua durata è di 4 ore. Altri test sono l’analisi delle feci e un esame del sangue specifico.

Sintomi

La sintomatologia è comune a quella di molti altri disturbi e patologie e colpisce a livello gastrointestinale. Poco dopo aver ingerito sostanze contenenti lattosio, si hanno gonfiore, tensione e dolore nella zona addominale, flatulenze, meteorismo ed episodi di diarrea.

I sintomi possono variare di intensità a seconda dei soggetti, ma anche in base a cosa viene associato agli alimenti ricchi di lattosio. Le proteine e i grassi in generale riducono l’intensità della manifestazione, viceversa i carboidrati la accentuano.

Rimedi: cosa non mangiare

Il principale rimedio per non incorrere nei disturbi derivanti dall’assunzione del lattosio è un regime alimentare povero o totalmente privo di questo zucchero. C’è da dire che è solo nei casi più gravi che il lattosio va eliminato completamente dalla dieta, per tutti gli altri casi, si possono eliminare gli alimenti che ne contengono di più e moderare l’assunzione di tutti gli altri.

Latte, yogurt, panna, formaggi freschi, burro, mozzarella, ricotta, gelato sono molto ricchi di lattosio, che è anche moderatamente contenuto nelle cipolle, in alcune verdure (broccoli), nelle uova, in alcuni insaccati e in alcuni frutti. Molti cibi precotti e diversi integratori alimentari contengono lattosio, così come il 20% dei farmaci che necessitano di prescrizione medica e il 6% di quelli da banco. È opportuno eliminare questi alimenti in modo graduale, così da capire quale sia la propria soglia di tolleranza. Per ovviare alla conseguente riduzione di calcio nella dieta, si può ricorrere a preparati acquistabili in farmacia per la reintegrazione dello zucchero.