Ormai è un dato di fatto ormai piuttosto consolidato: esportare il vino in Cina conviene.
La domanda sul perché proprio in Cina sorge spontanea, ma la risposta lo è altrettanto.
Bisogna partire da un punto di vista fondamentale prima di addentrarci nei dati statistici.
Il vino italiano piace moltissimo ai Cinesi e non è certo difficile capire il perché.
La Cina non è sicuramente un Paese rinomato per vigneti e grandi cantine, pertanto la proposta di uvaggi raffinati come quelli ricavati dal territorio italiano rappresentano una perla enogastronomica.
Tuttavia vi sono ancora degli errori di valutazione sulle strategie marketing che portano i produttori di vino italiani a non eccellere nelle vendite. La Francia, con sistemi più innovativi e un contatto più diretto tra produttori e acquirenti, è riuscita ad aggiudicarsi una fetta di export-vino notevole.
E l’Italia? Non è concepibile che resti a guardare un mercato in continua espansione di cui potrebbe egregiamente far parte.
In primo luogo va strutturato un piano strategico: non s’improvvisa un procedimento di export.
Sono molteplici le cose da analizzare per muoversi a colpo sicuro, vediamo quali, prima di puntualizzare perché proprio in Cina e non altrove.
- Stabilire il budget disponibile.
- Pianificare viaggi, fiere e campagne marketing per sponsorizzare il prodotto.
- Selezionare accuratamente il personale addetto che rappresenterà la vostra azienda o enoteca.
Quest’ultimo punto è cruciale, specie per concludere affari in Cina. I cinesi amano il rapporto diretto e non acquisteranno, come si dice, a busta chiusa.
Perché spendere tante energie e investire denaro in un progetto del genere?
- I motivi sono disparati, ma sicuramente quello che balza all’occhio e rende la Cina un territorio appetibile per esportare il vino, è la bassa conoscenza che hanno dei marchi.
- In Cina il vino è quasi un simbolo che richiama all’Occidente.
- La presentazione e la sua pubblicizzazione saranno decisivi a stabilirne il successo.
- La Cina è un’indiscussa forza economica, un Paese in costante via di sviluppo, vendere il vino italiano oggi, significa aggiudicarsi una rilevante fetta di mercato domani.
- Altro dato notevolmente importante è, di fatto, statistico. Sembra, infatti, che la Cina oscilli tra il quarto e il quinto posto fra i consumatori di vino. Vi sono persino degli analisti che stimano una crescita ancor più esponenziale solo entro l’anno 2020.
Tutto questo si basa su fonti certe, su ciò che realmente accade e sulla richiesta che la Cina continua a fare di vino estero. Perché lasciare alla Francia un primato che l’Italia potrebbe equiparare sia per qualità, sia per produttività? Solo perché è sbagliato l’approccio ci sembra poco per rinunciare a questo settore e ritirarsi in un angolo.
I motivi per i quali l’esportazione del vino in Cina conviene, non sono certamente finiti. - I più importanti clienti di produttori d’aziende vinicole italiane sono proprio i Paesi occidentali, che però in questo momento diminuiscono la domanda d’acquisto a causa della crisi. Sarebbe inutile perseverare in Paesi esteri dove già sono insediate con successo le politiche marketing e di export italiane. Bisogna spaziare, aprire orizzonti e frontiere anche per fronteggiare il calo della richiesta.
- Un viaggio in Cina vi mostrerebbe ampiamente la scarsità di vino italiano nel Paese. Vi mostrerebbe anche la presenza di vini comunque importati dall’estero, prevalentemente dalla Francia. Quello che manca è il vino italiano, è ora di portarglielo.
Un importante suggerimento da tenere a mente sulla convenienza di esportare vino in Cina è badare al colore.
Un buon mix di sponsorizzazione e contatto diretto, porterà le nostre cantine in Cina.
Una terra lontana che però apprezza l’etichettatura e un buon vino rosso, manca solo quello italiano.