La correlazione tra riduzione dell’udito ed infortuni

Tra i vari studi condotti per analizzare la capacità uditiva e i suoi risvolti sulla vita di tutti i giorni ne è stato pubblicato uno di recente che cerca di mettere in luce la possibile relazione tra riduzione dell’udito ed infortuni.

Per infortuni si intendono tutte le lesioni accidentali, che non devono necessariamente essere degli eventi traumatici gravi, ma semplicemente degli incidenti correlati ad una minore capacità uditiva e dunque ad una minore capacità di relazionarsi con l’ambiente esterno.

Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricerca del Brigham and Women’s Hospital ed i suoi risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista JAMA Otolaryngology. L’obiettivo degli autori dello studio è stato di analizzare la possibile esistenza di una correlazione tra riduzione dell’udito ed infortuni, andando a studiare il numero di lesioni accidentali che si sarebbero verificate nei soggetti presi in esame.

I volontari sono stati sottoposti a dei test dell’udito per valutare la propria capacità uditiva. Una descrizione dettagliata di tutti i test disponibili per la valutazione della capacità uditiva può essere trovata su InfoUdito, portale specializzato nell’ambito dei disturbi dell’udito e delle soluzioni acustiche più all’avanguardia.

Per lo studio sono stati presi in esame sia volontari con capacità uditiva perfetta, sia volontari con un udito ridotto e quindi con una condizione di ipoacusia. Dallo studio è emerso che coloro che avevano una capacità acustica ridotta tendevano anche a ferirsi più spesso rispetto a chi godeva di una capacità uditiva perfetta.

Questa evidenza ha messo in luce la relazione esistente fra una riduzione dell’udito ed un aumento del numero di infortuni. I ricercatori hanno giustificato questa relazione spiegando che l’udito riveste un ruolo fondamentale per un corretto adattamento all’ambiente esterno, consentendoci di metterci in relazione con esso, ovviamente con il contributo degli altri sensi di cui siamo dotati.

Una riduzione dell’udito comporta anche una minore capacità di adattamento agli stimoli ambientali ed in particolare una ridotta percezione di segnali acustici, alcuni dei quali potrebbero predire un evento pericoloso. Da questo deriva che una ipoacusia può aumentare le situazioni di rischio, riducendo la capacità del soggetto che ne è affetto di rilevare segnali di pericolo e di allarme.

Il campione dello studio è stato molto vasto. Sono state prese in analisi infatti circa sei milioni e mezzo di persone, le quali sono state sottoposte a delle interviste e a dei questionari per un periodo di tre mesi. Le interviste avevano lo scopo di rilevare eventuali incidenti avvenuti dall’ultima intervista condotta.

Lo studio non solo ha dimostrato che la relazione tra incremento delle lesioni e riduzione dell’udito esiste, ma ha anche quantificato questa relazione in termini numerici. È risultato infatti che il rischio di andare incontro a degli incidenti nelle normali attività quotidiane è circa raddoppiato in coloro che soffrono di ipoacusia rispetto alla popolazione generale.

Bisogna al contempo prendere questo dato con la dovuta cautela, perché è ovvio che il rischio aumenta o diminuisce in relazione alla gravità della riduzione dell’udito. Al momento non sono disponibili dati precisi che si occupino di stratificare il rischio in base ai singoli gradi di ipoacusia.

Lo studio pubblicato su JAMA rimarca ancora una volta l’importanza di prendersi cura del proprio udito, facendo delle visite periodiche di controllo e non sottovalutando l’influenza che una riduzione della capacità uditiva può avere sullo stato di benessere e sulla qualità della vita di tutti i giorni.

Fare prevenzione non è difficile, basta programma delle visite periodiche dallo specialista e lasciarsi condurre dallo stesso verso il percorso migliore per la protezione del proprio udito, prima di giungere a dei danni irreversibili, l’approccio ai quali potrebbe risultare molto più complesso.